Davide Ghelli Santuliana • Giugno 1-20.2021
L’uomo contemporaneo è l’uomo della prestazione, dell’azione e dell’iperattività. Il suo habitat è uno spazio infinitamente trasparente –senza ombre, senza opacità. Il suo scopo è realizzare se stesso attraverso la performance lavorativa sempre più frammentata e fittizia. La sua ossessione è il successo. È uno squalo della competitività che nuota nello spazio aperto e vacuo, controllato da uno sguardo onnisciente che non ha corpo. L’uomo contemporaneo sorveglia e divora se stesso.
Attraverso i due lavori multimediali inediti, presenti in mostra, Davide Ghelli Santuliana (nato a Verona nel 1989, vive e lavora ad Amsterdam) analizza gli effetti del capitalismo neoliberista – divenuti ancora più lampanti durante la pandemia – sugli individui, sul loro habitat comune e sulle costruzioni estetiche che producono.
L’opera Open Space (2018-2021) attraverso una giustapposizione di materiale filmato nell’area gentrificata di Amsterdam, Zuidas, found-footage e una narrazione e una colonna sonora quasi apocalittiche, intende riflettere ironicamente su cosa significhi al giorno d’oggi vivere all’interno di quelle che Gilles Deleuze definì le “società del controllo”.
L’illusione della libertà e l’assoluta trasparenza sono indispensabili per rendere la violenza sistemica ancora più efficiente.
Il video The Psychological Impossibility of Success in the Mind of a Creative Entrepreneur (2021), invece, esplora il disagio dell’individuo creativo nell’attuale società della prestazione. Il creative entrepreneur (più che artista o curatore) è destinato a diventare un imprenditore-squalo, a trasformare se stesso in un brand, ad aggrapparsi ancora di più ai pochi lavori disponibili nel settore, accentuando una competizione già molto violenta. Seguendo le peripezie di uno squalo dorato attraverso un deserto disseminato di meme e frammenti di cultura popolare, il video pone un quesito: riusciranno i creative entrepreneurs a sopravvivere?
La ricerca di Ghelli Santuliana ruota attorno alla natura dei media stessi e alla dicotomia tra immaginario e reale, verità e manipolazione e si avvale spesso di appropriazione, citazione e riutilizzo dei materiali presi dal panorama mediatico che lo circonda.
Il panorama dove ogni reazione al modello sociale dominante rischia di essere medializzata, inibita da un senso d’impotenza.
La proposta artistica può essere allora diventare invisibili, sottraendosi allo sguardo onnipresente di controllo; ritirarsi dalla competitività, rinunciando strategicamente al successo; trasformarsi in nebbia, nascondendo il proprio corpo alla rappresentazione e aprirsi così a nuove possibilità politiche.
Progetto: Davide Ghelli Santuliana. Testo: Yulia Tikhomirova. Curatela: TIST.