Collettivo TIST • 01.2024
Il festival Farò. Pratiche Estetiche Politiche ha come obiettivo interconnettere le pratiche artistiche e sociali all’attivismo politico e alla teoria estetica. La seconda edizione 2024 è stata ideata collettivamente da tre realtà indipendenti operanti nel territorio di Rastignano, appena fuori Bologna: il centro culturale Paleotto11, l’associazione Santa Bellezza e il collettivo artistico TIST-This Is So Temporary. Oltre all’amicizia, all’affinità di idee e alla collaborazione, ciò che ci ha spinti a concepire un lavoro comune è un problema, una preoccupazione, una lotta: il Nodo di Rastignano.
Il progetto della Fondovalle Savena, o il Nodo, è un’opera ideata trent’anni fa, che prevede la realizzazione di una strada ad alto scorrimento lungo la riva del fiume Savena, tra il comune di Bologna e quello di Pianoro. Nonostante il fatto che l’ultima valutazione dell’impatto ambientale risale al 2008, i lavori sono iniziati nel 2022 e hanno generato numerose polemiche: la preoccupazione dei cittadini che si sono trovati le ruspe sotto casa e hanno visto sconvolta la quotidianità del proprio quartiere; le segnalazioni degli ambientalisti, che hanno denunciato il taglio di oltre mille alberi lungo l’argine del corso d’acqua e la scomparsa della fauna locale; le denunce delle associazioni per la violazione delle leggi sul consumo di suolo e sulla tutela territoriale. A maggio del 2023, il cantiere è stato spazzato via dall’alluvione che ha coinvolto l’Emilia Romagna: il Savena, privato delle radici degli alberi che ne impedivano l’erosione, ha esondato, dimostrando l’evidente follia di questo progetto.
Nonostante i danni irreparabili e le proteste cittadine che chiedono di bloccare definitivamente il cantiere del Nodo di Rastignano, i lavori proseguono. Di fronte a questa situazione, TIST, Paleotto 11 e Santa Bellezza hanno deciso di avviare una collaborazione creativa e una riflessione pubblica sui concetti palesemente ignorati dalle autorità, che consideriamo i veri “nodi” di una vita sociale, artistica e professionale che Rastignano merita:
1. Il territorio appartiene a chi lo vive quotidianamente e/o lavorativamente. Non è accettabile imporre grandi costruzioni o opere edili senza valutare l’impatto sul territorio sociale e naturale e senza consultare tutta la cittadinanza;
2. La divisione dei nuclei urbani in centro e periferia, dove quest’ultima viene spesso associata al degrado o all’abbandono, è una visione retrograda e reazionaria. Ogni territorio è degno di uno sviluppo che tenga conto delle necessità delle persone, dell’ambiente circostante e si basi su un equilibrio inclusivo e democratico. Rastignano non è una periferia “industrializzata” di Bologna;
3. L’arte è uno strumento di formazione, condivisione e attivazione sociale, non un prodotto “fuori dalla politica” esposto come merce. Radicata nel territorio di provenienza, l’arte ha la capacità di trascendere i limiti geografici, collegare le lotte e tessere le reti.
Partecipa al festival FARò. Pratiche Estetiche Politiche
28 gennaio 2024 dalle 11 alle 20
Mentre la Rete Emergenza Climatica e Ambientale (RECA) dell’Emilia Romagna, composta da oltre 50 associazioni ambientaliste, sollecita la moratoria per tutti i cantieri che coinvolgono i corsi d’acqua, incluso il cantiere di Nodo di Rastignano, noi ribadiamo il nostro intento di esplorare, sperimentare e diffondere una ecologia dei rapporti – sia tra individuo e società che tra uomo e ambiente – radicalmente diversa. Contrapponendoci allo sfruttamento delle persone, delle risorse e alla crescita infinita fondata sul consumo, partiamo dalla solidarietà e dalla cura come fondamenta per una decrescita sostenibile.
Ci impegniamo a tessere intrecci sempre più complessi, a creare reti intricate e indissolubili, a portare il conflitto e il dissenso costruttivo là dove la rassegnazione domina di fronte al potere verticale. Più si tira la corda, più il nodo si stringe, e i nodi di Rastignano siamo noi.
testo di Yulia S. Tikhomirova, ricercatrice e co-fondatrice del collettivo TIST